Il Lazio sorride con gli ori di Diaz e Dosso

09 Marzo 2025

I due atleti che si allenano a Roma portano in regione due bellissime medaglie d'oro dagli Euroindoor di Apeldoorn, che si sommano a quella d'argento di Mattia Furlani e alle altre degli azzurri. Italia seconda nel medagliere
Sorride il Lazio nelle ultime giornata di gare agli Europei di Apeldoorn. Nella rassegna continentale al coperto, arrivano le medaglie d'oro di Andy Diaz e Zaynab Dosso, rispettivamente triplista delle Fiamme Gialle che si allena a Roma con Fabrizio Donato e sprinter delle Fiamme Azzurre che è di casa nella Capitale con Giorgio Frinolli. Medaglie laziali che si aggiungono a quella di Mattia Furlani nel lungo. L’Italia chiude la rassegna con un prestigioso secondo posto nel medagliere: 3 ori, 1 argento e 2 bronzi, pareggiando il miglior piazzamento di sempre ottenuto nel 2007 a Birmingham, alle spalle dei padroni di casa dell’Olanda (7 ori e 2 argenti). Per la terza volta sono tre le vittorie, dopo quelle del 1982 e del 2007. Nella ‘placing table’ è quarta la squadra azzurra con 73,5 punti e 15 finalisti.

Oro Andy Diaz che conferma la sua classe il salto del successo, sabato sera, arriva alla penultima prova per l'atleta di origini cubane che in Italia da civile ha vestito la maglia di Unicusano Livorno. Decolla a un clamoroso 17,71 con il quinto salto: migliore prestazione mondiale dell’anno, a quattro centimetri dal suo record italiano (17,75 all’aperto) e a due dalla misura più lunga di sempre al coperto per un azzurro (17,73 del suo coach Fabrizio Donato). “Volevo sentire l’inno di Mameli - racconta Andy Diaz - perché era questo il mio sogno da quando sono arrivato in Italia. Emozionato per una gara difficile ma divertente, abbiamo aggiustato un po’ la rincorsa e anche l’ansia per riuscire a fare il salto giusto. Ho vinto l’oro europeo indoor come il mio allenatore Fabrizio Donato, ma l’ho battuto come misura... e ringrazio il capitano Dallavalle, mi ha aiutato a gestirla. All’ultimo salto ho lasciato un messaggio, sappiamo quali sono i miei obiettivi”.

La più veloce d'Europa è Zaynab Dosso. Non c’era mai stato un oro azzurro nella velocità femminile, in un grande evento internazionale. Ci riesce la modenese che si allena con Giorgio Frinolli nella Capitale, ed è una vera e propria impresa nei 60 metri, realizzata con uno sprint sontuoso e una prova di maturità, senza farsi condizionare da una partenza ripetuta. Primo start: si muove Kambundji, l’azzurra coglie un ottimo avvio, nessun crono di reazione è sotto i 100 millesimi ma c’è il secondo sparo e il cartellino giallo per la svizzera. Di nuovo sui blocchi e qui ‘Za’ parte ancora molto bene, sprigiona tutta la potenza del suo motore con un’ottima accelerazione, verso il traguardo si butta in avanti con leggero anticipo ma rimane in testa: 7.01. Un centesimo in meno del primato italiano di un anno fa (al meeting polacco di Torun), del secondo posto dell’elvetica Kambundji campionessa uscente e della migliore prestazione mondiale dell’anno: settima europea di sempre, al culmine di una giornata memorabile dimostrando di essere la più rapida in ognuno dei tre turni, anche con 7.06 in batteria e 7.03 in semifinale. Terzo posto al Lussemburgo di Patrizia van der Weken (7.06 come in semifinale), fuori dal podio la polacca Ewa Swoboda (7.07). Finora nei 60 donne agli Europei indoor c’erano stati i bronzi azzurri di Rita Bottiglieri (1977) e Marisa Masullo (1983). “Lo abbiamo fatto, lo volevo. Ho lavorato tantissimo - racconta Zaynab Dosso - e dopo le Olimpiadi ho avuto un periodo difficile, ma finalmente mi godo l’atletica come avrei voluto, perché sbagliando arrivano più consapevolezze. Sono felice di aver retto tre turni, con varie false partenze. Questa mattina non ho sentito la sveglia e mi sono alzata... di corsa! Mi sono detta di correre già rapida in batteria per avere una bella semifinale, e così poi per avere una buona corsia in finale. Ai Giochi di Parigi avevo molte aspettative da me stessa, volevo troppe cose.

Quest’anno lavoriamo bene con il coach Giorgio Frinolli perché siamo sulla stessa lunghezza d’onda, non sarei qui senza di lui. Ai Mondiali indoor di Nanchino, tra due settimane, mi presenterò con il miglior tempo anche se già oggi speravo di correre in meno di sette secondi”.

RISULTATI - FOTOGALLERY (Grana/FIDAL) - LA SQUADRA ITALIANA - GLI ORARI DEGLI AZZURRI - TV E STREAMING - LA PAGINA EUROPEAN ATHLETICS DEGLI EUROPEI INDOOR 2025LE BIO DEGLI AZZURRI DI APELDOORN 2025 (PDF)

Nelle ultime giornate di gara, quinta la primatista italiana Roberta Bruni - atleta dei Carabinieri cresciuta nella Studentesca tra la sua Nazzano e Rieti e oggi impegnata anegli allenamenti in Spagna - che nell'asta, anche se non sale sul podio, salta sulla misura mai raggiunta da un'azzurra al coperto. Comincia bene la finale di Roberta Bruni con 4,30 e 4,45 al primo tentativo, poi valica anche 4,55 con ampio margine e va a segno anche a 4,65. Per l’altra azzurra Elisa Molinarolo un ruolino immacolato fino a 4,55 ma chiude con tre errori a 4,65 ed è settima in classifica. Sei atlete ancora in gara a 4,70: la slovena Tina Sutej ok al primo colpo, la svizzera Angelica Moser al secondo come la francese Marie-Julie Bonnin e la finlandese Elina Lampela. Al terzo e ultimo ingresso in pedana ci mette tutta la sua carica Roberta Bruni che coglie l’obiettivo, eguaglia il recente personale indoor (miglior salto di sempre in sala per un’azzurra) e si accomoda in quinta posizione. Si va a 4,75 e l’asticella cade, ma la campionessa tricolore dimostra di valere la quota, poi sbaglia altre due volte e chiude quinta, a testa alta: per il podio sarebbe bastato un errore in meno a 4,70. La campionessa europea outdoor Moser è oro anche al coperto (4,80), argento Sutej (4,75), bronzo Bonnin con 4,70. Sul palcoscenico della finale europea non sfigura la primatista italiana Alice Mangione, a nove centesimi dal suo record di quest’anno in 51.84. La siciliana è sesta in una gara combattutissima con la padrona di casa Lieke Klaver (50.38) che doma l’arrembante norvegese Henriette Jager (50.45), bronzo alla spagnola Paula Sevilla (50.99). Un'ottima prova della siciliana di casa nella Capitale con l'Esercito.  A sette centesimi dal podio, sfiorato negli 800 da una combattiva Eloisa Coiro che è quarta con 2:02.59 in una finale nervosa, superata nella lotta per il bronzo dalla slovena Anita Horvat negli ultimi metri. La romana allenata da Emilio De Bonis controlla nelle retrovie quando il ritmo rallenta nel secondo dei quattro giri, a metà gara cerca di risalire ma rimane in fondo. Poi al suono della campana attacca la polacca Anna Wielgosz verso l’oro (2:02.09) seguita dalla francese Clara Liberman (2:02.32) mentre l’azzurra deve allargarsi per evitare la svizzera Rachel Pellaud e vede cadere l’altra elvetica Audrey Werro che tocca la Horvat. C’è spazio alla corda per la campionessa italiana, ma subisce il sorpasso all’esterno della slovena che coglie il bronzo in 2:02.52. Per Coiro batterie e semifinale di grinta e forza, per agguantare una finale comunque corsa alla grande. 

 



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