Furlani e Riva in finale, Fantini settima
15 Settembre 2025Tokyo, terza serata dei Mondiali in Giappone: nel lungo si qualifica per la finale il bronzo olimpico e campione mondiale indoor Mattia Furlani. Il ventenne azzurro salta 8,07 (+0.2) e tornerà in pedana mercoledì. Avanti anche Federico Riva, ammesso alla finale dei 1500 dopo essere stato danneggiato da una caduta: vinto l’appello presentato dalla squadra azzurra, eliminato invece Pietro Arese. Settimo posto in finale nel martello per Sara Fantini con il primato stagionale di 73,06 e per la terza edizione consecutiva riesce a piazzarsi tra le migliori del pianeta, dopo la quarta posizione di Eugene e la sesta di Budapest. Conquista la semifinale Lorenzo Simonelli nei 110 ostacoli: il campione europeo conduce una gara pulita, senza rischiare, e arriva terzo in batteria con 13.25 (-0.6). Al femminile nei 100 ostacoli Elena Carraro si migliora di cinque centesimi (12.79/-0.2) e chiude la sua semifinale al quinto posto, mentre Giada Carmassi si esprime in 12.95 (-0.5). Niente da fare nella batteria dei 400 ostacoli per Alessandro Sibilio che si ferma poco prima di metà gara, dopo aver perso il ritmo per aver colpito in pieno la prima barriera. Favoloso record del mondo nell’asta per lo svedese Armand Duplantis con 6,30 alla terza e ultima prova, un centimetro in più rispetto al suo primato del mese scorso (6,29 a Budapest il 12 agosto).
L’obiettivo della finale è raggiunto e nella qualificazione del lungo, sempre insidiosa, contava soprattutto quello. Mattia Furlani timbra il biglietto per la gara decisiva di mercoledì (alle 13.49 ora italiana) anche se per il momento non arriva una misura eclatante. Il primo tentativo si rivela il migliore, un 8,07 (+0.2) che consente di guardare con una certa tranquillità ai salti successivi. Poi non riesce a chiudere il secondo, misurato a un poco rilevante 6,52 (+0.2), ed è nettamente nullo il terzo. In classifica si piazza al nono posto mentre l’ultimo promosso è il cinese Zhang Mingkun (7,98/0.0), comanda il giamaicano Tajay Gayle (8,28/+0.4) davanti allo spagnolo Lester Lescay (8,21/+0.8) e al campionissimo greco Miltiadis Tentoglou (8,17/+0.6), si prende la Q maiuscola anche Nikaoli Williams (Giamaica, 8,15/+1.0). “Entrare in finale non è mai scontato e sono contento”, commenta Mattia Furlani. “Ho gestito il primo salto, poi ho cercato di trovare le misure nella rincorsa per poter spingere di più in vista della finale, perché ero abbastanza convinto che 8,07 potesse bastare. Mi sento fiducioso, voglio dare l’anima e bisogna solo cercare di volare”.
Ci vogliono più di due ore di attesa, ma il verdetto premia Federico Riva con l’ammissione alla finale dei 1500 metri. In gara il romano cade dopo poco più di un giro coinvolto nella caduta del canadese Foster Malleck, si rialza e riparte anche se ormai lontano dagli avversari (4:14.31). La giuria di appello decide poi di accogliere il ricorso del team azzurro. Nell’altra ‘semi’ Pietro Arese stringe i denti nell’ultima tornata, cercando di rimanere attaccato al treno dei migliori, però cede in volata per arrivare dodicesimo in 3:36.83.
Il primato stagionale nella gara più importante dell’anno, la terza volta di fila nelle migliori otto alla rassegna iridata. È una conferma tra le big mondiali per Sara Fantini che si esprime al massimo delle sue possibilità nella serata di Tokyo. La campionessa europea apre con un buon 71,70 che dà fiducia, allunga a 73,06 incrementando di mezzo metro il ‘season best’, poi due nulli e 72,16 nel quinto e ultimo lancio (in questa edizione per regolamento soltanto le prime sei proseguono con il sesto). Domina la canadese Camryn Rogers che si ripete (secondo titolo consecutivo per la campionessa olimpica) e diventa la seconda di sempre al mondo con 80,51, sugli altri gradini del podio le cinesi Zhao Jie (77,60) e Zhang Jiale (77,10). “Molto contenta, ci ho provato fino in fondo”, sorride Sara Fantini. “Ho pensato anche di poter lanciare qualcosa in più, con l’adrenalina della gara ci ho creduto, e comunque si è visto che ci sono e che sono riuscita a riabilitare bene il ginocchio destro. È stato un anno davvero tanto difficile, sono entrata qui senza nessuna certezza e questo risultato lo dovevo a me stessa per il lavoro fatto, al mio team”.
Non c’è bisogno di strafare per passare il turno nei 110 ostacoli e Lorenzo Simonelli esegue il compito alla perfezione: terzo posto in 13.25 (-0.6) alle spalle del giamaicano Orlando Bennett che vince in 13.20 e preceduto di due millesimi dal francese Just Kwaou-Mathey, a sua volta al traguardo in 13.25. Miglior crono per il giamaicano Tyler Mason con 13.17 (-0.3).
Applausi per Elena Carraro che nella semifinale mondiale dei 100 ostacoli vive la sua gara più bella: personale abbassato di cinque centesimi in 12.79 (-0.2) a un decimo dal primato italiano. Esce a testa alta la bresciana, quinta al traguardo (successo alla nigeriana primatista mondiale Tobi Amusan in 12.36) e undicesimo tempo complessivo. Stesso piazzamento nella sua ‘semi’ con 12.95 (-0.5) dell’altra azzurra Giada Carmassi, non abbastanza reattiva in partenza e più scomposta rispetto alla batteria.
Finisce troppo presto la corsa di Alessandro Sibilio nel primo round dei 400hs. L’azzurro sbaglia al primo ostacolo, pasticcia tra le barriere e quando la gara è ormai compromessa sceglie di non proseguire. “Sono atterrato subito male con la gamba, ho provato a ritrovare i tredici passi ma ho preso anche il secondo, ho sentito un dolore al piede sinistro e allora ho deciso di fermarmi per non peggiorare la situazione fisica”, racconta il vicecampione europeo in una stagione iniziata con il successo di maggio nel meeting della Diamond League a Doha ma proseguita senza la continuità di rendimento che avrebbe voluto.
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